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Ho sentito l'urlo convulso del vento lacerare il silenzio della notte e portare in cielo il lamento di un cane randagio. Fantasmi impazziti volavano aggrappati ad otri trasparenti e lasciavano brandelli di lenzuola tra le braccia scarne delle siepi levate in cielo a chiedere perdono. Le ombre dei pini impazzirono e si contorcevano desiderose di librarsi verso mondi di quiete. Nei camini i respiri degli orchi. Dietro i vetri le risa delle streghe. Quel carnevale di foglie era senza allegria. Poi con discrezione il velo della pace copriva in filigrana il mondo. Alla terra bellissima donna violentata sfuggiva ancora qualche singulto. Era impaurito perfino quel raggio di sole che al mattino veniva a far pił biondo il mio bambino. |
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