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Un brusio indistinto di voci nel più vasto silenzio del mondo. Uno sciocco frinir di cicale nella notte odorosa di grano. Non distinguo il saluto l'invito un isperato grazie solo un ciao. Ed io ricordo le parole vere risuonare tra i muri delle case colorare le strade per poi perdersi per le vallate ricolme di echi. Come un guizzo di luce fenderò il muro del passato per raccogliere le briciole di frasi scivolate dalle mie mani colme d'allegria. Ritroverò le note dei sorrisi le sensazioni degli abbracci forti le sfumature di gioia negli sguardi il richiamo di mia madre intenta ad inventare doni dal suo niente. Voci chiare intrise di vita. Intense vibrazioni di un suono che in un crescendo di brividi lambisce i silenziosi ricordi di bimba. |
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