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Un' aria satura di primavera increspa le acque annoiate di un lago i cui cerchi in armonico crescendo vanno a lambire le sponde con garbate carezze. Brividi nuovi fermentano gią sui rami stanchi di grigio. Guizzi di rondini m'insegnano a guardare il cielo dove l'eterno si specchia sereno nello sguardo di un giorno. Esclusa da questo miracolo che esulta d'intorno sento molecole di vita staccarsi dal mio corpo stanco. Tristezza amara di chi si perde nella contemplazione della fugacitą del tempo. Di chi avverte sulla pelle l'irreversibile divenire delle cose. Ed io anelo ai confini della luce dove il buio appagherą la mia sete di silenzio. |
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