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Sulla corda sfibrata della vita barcollando venivo da te. Sabbie mobili sotto i miei piedi e lontano azzurrati dal cielo che sprizzava cristalli di sole prati verdi porosi di gioia. Cantilene di fate annoiate mi assopivano per farmi cadere. Ma scorgevo laggiù le tue mani punti bianchi frammenti di luce. In equilibrio da vera funambula ritmato dall'ansia il respiro io giungevo nell'eden di un attimo. Una danza di mute farfalle carillons dai suoni sfumati tra un profumo leggero d'aprile in una virgola d'aria sparivi. Lamine di rugiada sopra i fiori un grido soffocato nella gola. restano le orme della verità. |
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