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Diventava oro bianco sulla neve quella gelida luna che spingeva tutto il buio della notte in casa mia. Rannicchiata sulla sedia sgangherata della mia povertà ascoltavo i battiti del cuore rimanere sospesi nel vuoto dell'anima. Languiva il ciocco tra deboli scintille mentre seguivo il rintocco del tempo rincorrere la sua eco tra i meandri del silenzio. Avrei voluto recidere le corde di quei violini inneggianti alla vita. Non potevo danzare io alloro suono che sfumando mi moriva nella mente. Tendevo allora le mani verso metafisici spazi onde sfiorare la felicità. Ma il Dio degli infelici è barricato dietro l'infinito. Col capo chinato sulle mie delusioni osservavo la candela accasciarsi lentamente tra la pozzanghera delle sue lacrime chiare. Così svaniva la mia giovinezza! |
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