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(moriva di droga ed era l"otto marzo) Vestivi ragnatele di rugiada e il sole t'imperlava da odalisca. A passi felpati aggiravi la vita salendo gradini di nuvola. Tu li credevi spighe e fiordalisi e invece raccoglievi le illusioni. In te la libertà di un segreto fuori di te la logica del mondo. Ti rispose con piogge di silenzio quel Dio a cui tendesti le mani. Le ombre sinuose dei tuoi dubbi fugaci nel pulviscolo a danzare. Dalle labbra esangui mi giungeva l'ultima parola di un lamento: eri libera soltanto di morire. Raccoglierò io i tuoi silenzi per poesie con versi di vento. Racconterò dei tuoi voli solari sopra i vasti prati inventati fra i tiepidi azzurri non veri. Sarà quel segreto di donna una luce di stella sospesa nel buio di tanta apatia. |
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