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Chiesi imprudente alla mia giovinezza di accompagnarmi fino alla vetta della vita . Mi tese allora la sua mano tremula d’allegria e con un lessico ch’era più sorrisi che parole salimmo sentieri pieni d’invito a confidenze d’anima. Ogni tanto la luce di una stella a dissiparci la paura dell’ignoto! Eravamo ansiose di toccare la croce lassù prima del sole per poi consegnarci alla felicità. Ma ci apparve un paese deserto le cui case vuote sembravano fare a gara a chi tacesse di più. Delusa dal silenzio delle pietre mi abbandonai alla voce della storia. Era tempo di riflessione ed ella sparì per una specie sortilegio di memorie lontane! Ora vado da sola ma soltanto per obbedire a quella sottile lusinga d’eternità che emana il punto in cui la croce s’incontra col cielo.
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