CHIESI ALLA GIOVINEZZA
  
Chiesi imprudente alla mia
giovinezza
di accompagnarmi fino
alla vetta della vita .
Mi tese allora la sua mano
tremula d’allegria e
con un lessico
ch’era più sorrisi che
parole
salimmo sentieri
pieni d’invito a confidenze
d’anima.
Ogni tanto la luce
di una stella
a dissiparci la paura
dell’ignoto!
Eravamo ansiose
di toccare
la croce lassù prima
del sole
per poi consegnarci
alla felicità.
Ma ci apparve un paese
deserto
le cui case vuote
sembravano
fare a gara
a chi tacesse di più.
Delusa dal silenzio
delle pietre
mi abbandonai alla voce
della storia.
Era tempo di riflessione
ed ella sparì
per una specie
sortilegio di memorie
lontane!
Ora vado da sola ma
soltanto
per obbedire a
quella sottile
lusinga d’eternità
che emana
il punto in cui la croce
s’incontra col cielo.