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La mia minigonna mi gridava addosso un diffuso senso di libertà e di canto. Ed io con aria “bravosa” rincorrevo un bianco baluginìo d’aurore per quella spinta in avanti del sogno che fa intrecciare ai giovani incoscienti un vasto e colorito ordito di primavere.
Avvertivo il sapore acre dell’impossibile sull’onde smaniose d’un’eco.
La vertigine del possesso …e poi …e poi……..fu la Vita!!
Ora sono qui a sperare che tutto ritorni sogno. Di potermi risvegliare con mille parole d’aria. Fra le mani trasparenti di persone di nuvola. In un niente che annulli il dolore!
Sogno! Voglia Iddio che tu resti l’eterno inseguìto! Un’impressione di felicità un abbozzo entro cui non debba palpitare la vita. Un soffio più in alto del nostro respiro. Un’intima sensazione di calore che resta per una carezza mai ricevuta.
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