CHE SOGNO RESTI
    
La mia minigonna mi gridava
addosso
un diffuso senso di libertà
e di canto.
Ed io con aria “bravosa”
rincorrevo
un bianco baluginìo
d’aurore
per quella spinta in avanti
del sogno
che fa intrecciare ai giovani
incoscienti
un vasto e colorito ordito
di primavere.

Avvertivo il sapore acre
dell’impossibile
sull’onde smaniose d’un’eco.

La vertigine del possesso …e poi
…e poi……..fu la Vita!!

Ora sono qui a sperare che tutto
ritorni sogno.
Di potermi risvegliare con mille
parole d’aria.
Fra le mani trasparenti di persone
di nuvola.
In un niente che annulli il dolore!

Sogno!
Voglia Iddio che tu resti l’eterno
inseguìto!
Un’impressione di felicità
un abbozzo
entro cui non debba palpitare
la vita.
Un soffio più in alto del nostro
respiro.
Un’intima sensazione di calore
che resta
per una carezza mai ricevuta.