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Quando sarò così vecchia da rimanermi appena il moto sottile dell’anima e uno sguardo pieno d’invito al silenzio scriverò soltanto versi grevi d’eternità. Il campanile lascerà cadere ore ovattate a rispettare la mia quiete. L’odore dominante sarà quello del pane! E scenderà neve come muta benedizione a cancellare la gerarchia delle cose. Le colline si trasmetteranno un’eco sommessa per accompagnarmi tra la rosea preghiera del sole occiduo che m’insegnerà a morire. Ed io cercherò una ruga di cielo per scivolare in quella fucina d’albe scaturite come bolle d’amore dalla mente di Dio per farmi rinascere innocente con parti indolori da madri di nuvola per mondi di pace. Solo allora capirò la follia di Chi si lasciò inchiodare i piedi per attendermi allargare le braccia per accogliermi. Quando sarò vecchia quando sarò quando.
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