IL GIORNO DEL PERDONO
(dedicata a mio padre)
  
C’era tanta anima sul suo
volto
e tanto cielo nel suo
petto
quanta pace mi
dà ora il ricordo
dei suoi silenzi oranti.
Negli occhi il languore
dei pomeriggi estivi
mai disposti ai tramonti.
Un sussulto d’inquietudine
e un arrivederci
sussurrato
in una fissità accorata.
Poi un sorriso bugiardo
dietro il muro sberciato
dei suoi denti: era l’unica
bugia che sapesse dire!
Rifugiato dentro le sue
spalle strette
le mani in tasca
a stropicciare il rosario
sapido di preghiera.
Era spigoloso nasuto i baffi
ingombranti.
Mi offriva allora la fronte
bianca -mare di vitasolcato
da onde
sudate dal tempo.
Ed io baciavo la più
turbolenta:
quella che avevo
visto nascere
il giorno in cui portai
improvvisa
una mano sul cuore
per impedirgli di scoppiare.
Il giorno in cui sulla siepe
canuta di polvere
cadde il pianto
-senza sostanza amaradella
rugiada.
Fu il giorno in cui mi….
insegnò il perdono!