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IL GIORNO DEL PERDONO (dedicata a mio padre)
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C’era tanta anima sul suo volto e tanto cielo nel suo petto quanta pace mi dà ora il ricordo dei suoi silenzi oranti. Negli occhi il languore dei pomeriggi estivi mai disposti ai tramonti. Un sussulto d’inquietudine e un arrivederci sussurrato in una fissità accorata. Poi un sorriso bugiardo dietro il muro sberciato dei suoi denti: era l’unica bugia che sapesse dire! Rifugiato dentro le sue spalle strette le mani in tasca a stropicciare il rosario sapido di preghiera. Era spigoloso nasuto i baffi ingombranti. Mi offriva allora la fronte bianca -mare di vitasolcato da onde sudate dal tempo. Ed io baciavo la più turbolenta: quella che avevo visto nascere il giorno in cui portai improvvisa una mano sul cuore per impedirgli di scoppiare. Il giorno in cui sulla siepe canuta di polvere cadde il pianto -senza sostanza amaradella rugiada. Fu il giorno in cui mi…. insegnò il perdono!
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