Raccolta 'La vertigine azzurra dell'infinito'


PV01_06_IlMioNonEssere.txt

Il mio non essere

Per mare di notte
nella trasparenza lunare
incontro al mistero
tra fantasmi fioriti
dalle inquiete onde.

Sulla bagnarola
della vita
con la zavorra dei limiti
umani
e la precarietà dei giorni
vorrei raggiungere
l'altra riva
per sedare la mia sete
d'Assoluto.

Come esule involontaria
che sogna il rimpatrio
saluterà albe piene
di simbolo
e orizzonti annodati
al destino.

Perché il mio non essere
sarà soltanto
quando approderò
nel luogo da sempre
in attesa del mio ritorno
e dove la vertigine azzurra
dell'infinito m'attende.



PV02_07_Profili.txt

Profili

Quando mi accorsi di esistere
senza vivere.
Di ricevere da sempre carezze
trasparenti
e invece di parole solo schiaffi
di silenzio
invano cercai tra le nubi
dell'anima
il profilo della speranza!
L'odore della delusione era come
quello della neve
che mi raggelava in gola l'alito
di bambina
quando mio padre al posto
di coperte mi offriva
le sue mani stanche e i suoi respiri
tiepidi d'amore.
Ed io invano cercavo fra le nubi
della sera
il profilo della primavera!
Poi tra gli abissi di pace
di uno sguardo sereno scorsi
il profilo di sensazioni nuove
a render patetiche
le mie rughe di donna
mai più illusa di ritornare
-lungo sentieri assetati di fine-
nella stagione unica
in cui la vita conosce
soltanto il moto in avanti
del sogno.
Ora so che le gioie più grandi
sono quelle che restano mute!



PV03_08_Delusione.txt

Delusione

Ho visto il mio sogno
più grande
dileguarsi tra i falò
in una notte d'agosto
col profumo di terra
soffusa di pace
dopo il temporale.
Era un pensiero
informe.
Assomigliava forse
ad un sospiro
a bolle d'aria intrise
di dolore.
Si trasformava poi
in perfido folletto
cogli occhi sfumati
di silenzio
velati d'ipocrisia
illuminati
d'ironici sorrisi.
Sapeva quanto avrei
voluto accarezzarlo.
Ma ormai era scivolato
laddove mancava
ossigeno di vita.
Il profumo dell'estate
si faceva più intenso
mentre la lavanda
si chinava sul roseto
creando colori
per le vesti degli angeli.
Sulle mie mani fredde
bianche di luna
restava il carbone
di una stella
che lentamente si spegneva.



PV04_09_Raccontero.txt

Racconterò

Racconterò del mio passato
vissuto nel respiro del tempo.

Delle precoci ansie poetiche
sui bordi prativi dell'anima.

Di quei monti sazi di secoli
come le sorgenti sgorganti
nei loro grembi rocciosi.

Racconterò della mia amicizia
con la musica eterna del fiume
stupefatto da un sorriso di luna.

Dei torrenti di tenera pace
salmeggianti dentro i miei sogni.

Di quel sole occiduo rosato
impaziente dell'oro dell'alba.

Racconterò dell'onde boschive
disegnate da un Dio bambino
su veline increspate d'azzurro.

Di quei pini lungo il viale
anacoreti impietriti di estasi.

Del silenzio che a sera pregava
con gli incosci sospiri del sonno.

Ed io ........ più libera d'un volo
tra policrome bolle attendevo
l'esplosione di nuovi arcobaleni.



PV05_10_UnIdea.txt

Un'idea

Il Cristo di quella croce scura
l'incontravo ogni giorno
lungo la strada polverosa
della mia vita
ed è sceso per cedermi il suo posto.
Quel raggio di luce
che avvolgeva a spirale
il mio corpo si è spento
all'altezza del cuore.
Emozioni contrapposte
conferivano sfumature
alle mie lacrime
ed ora si sono cristallizzate
nel soffitto della mia casa.
C'è nell'aria
un pulviscolo denso di dolore.
Così resto in apnea
mentre guardo un' aquila
volare triste la sua libertà.
Non distratta dal suono
del mio respiro
scopro che la felicità è un'idea
da spogliare del tempo
per rivestirla d'eternità.



PV06_11_IlVentoNellaNotte.txt

Il vento nella notte

Ho sentito l'urlo convulso
del vento
lacerare il silenzio della notte
e portare in cielo
il lamento di un cane randagio.
Fantasmi impazziti volavano
aggrappati ad otri trasparenti
e lasciavano brandelli di lenzuola
tra le braccia scarne delle siepi
levate in cielo a chiedere perdono.
Le ombre dei pini impazzirono
e si contorcevano desiderose
di librarsi verso mondi
di quiete.
Nei camini i respiri degli orchi.
Dietro i vetri le risa delle streghe.
Quel carnevale di foglie
era senza allegria.
Poi con discrezione il velo
della pace
copriva in filigrana il mondo.
Alla terra bellissima donna
violentata
sfuggiva ancora qualche singulto.
Era impaurito perfino
quel raggio di sole che al mattino
veniva a far più biondo
il mio bambino.



PV07_13_MioPadre.txt

Mio padre

Vorrei averlo come giudice
nel tribunale della mia vita.
Sarebbe il mio perdono.
Sarebbe la mia libertà.
Scioglierebbe dai polsi
le ingiuste manette.
Perché solo lui
riesce a distinguere
tra le righette scure
che mi segnano l'iride
il punto esclamativo
della mia innocenza.



PV08_14_RicordoLeParoleVere.txt

Ricordo le parole vere

Un brusio indistinto di voci
nel più vasto silenzio del mondo.
Uno sciocco frinir di cicale
nella notte odorosa di grano.
Non distinguo il saluto l'invito
un isperato grazie solo un ciao.
Ed io ricordo le parole vere
risuonare tra i muri delle case
colorare le strade per poi perdersi
per le vallate ricolme di echi.
Come un guizzo di luce fenderò
il muro del passato per raccogliere
le briciole di frasi scivolate
dalle mie mani colme d'allegria.
Ritroverò le note dei sorrisi
le sensazioni degli abbracci forti
le sfumature di gioia negli sguardi
il richiamo di mia madre intenta
ad inventare doni dal suo niente.
Voci chiare intrise di vita.
Intense vibrazioni di un suono
che in un crescendo di brividi
lambisce
i silenziosi ricordi di bimba.



PV09_15_LIndefinito.txt

L'indefinito

Non saprò mai chi sei.
Ti avverto prepotente in me
così come ne sei
infinitamente fuori.
Un volo di farfalla sospeso
ad un passo da un fiore.
Un silenzio che grida.
Una stella che cerca la luce.
Un brivido amaro
dietro un sorriso.
Un divenire impigliato
nell'atto.
Una carezza prigioniera
nella mano di chi mi avvolse
con uno sguardo
soffocato di indifferenza.
Forse sei l'indefinito
e divento più umana
più bisognosa
di vera identità
alla ricerca disperata
dell'essenza delle cose.



PV10_16_FragilePerSempre.txt

Fragile per sempre
(dedicata a Luisa Gubunelli)

Ti ho vista correre contro
il tempo bevendo i giorni
su calici di nuvola
finché diventasti
figlia di te stessa a giocare
nei giardini del tuo passato
belli di sole e di pleniluni.

Poi diventasti "mamma"
di due treccine bionde
rubando gli istanti
al suo sguardo smarrito
dove felice respirava
il silenzio.

Ma sei di nuovo figlia:
or del tuo "cane nero"
ora della tua isteria
ora della tua pretesa
d'essere bella e vecchia.

E figlia rimani
-figlia per sempre-
di quell'amar che non
chiede.
Carezza di luce
inventata da Dio
per interrompere un pò
la monotonia dell'eterno.



PV11_17_RiflessioniDiPrimavera.txt

Riflessioni di primavera

Un' aria satura di primavera
increspa le acque annoiate
di un lago i cui cerchi
in armonico crescendo
vanno a lambire le sponde
con garbate carezze.
Brividi nuovi fermentano già
sui rami stanchi di grigio.
Guizzi di rondini m'insegnano
a guardare il cielo dove
l'eterno si specchia sereno
nello sguardo di un giorno.
Esclusa da questo miracolo
che esulta d'intorno
sento molecole di vita
staccarsi dal mio corpo stanco.
Tristezza amara di chi si perde
nella contemplazione
della fugacità del tempo.
Di chi avverte sulla pelle
l'irreversibile divenire
delle cose.
Ed io anelo ai confini
della luce
dove il buio appagherà
la mia sete di silenzio.



PV12_19_AMioFiglio.txt

A mio figlio

Vorrei infrangere la barriera
che c'è fra me e i tuoi silenzi.
Fra me e i tuoi sonni nel sole.
Fra me e le tue notti vagabonde.
Come afone parole di un sogno
che al risveglio diventano aria
s' è affievolita la nostra intesa.
Forse ti lascio erede delle mie
delusioni e di quei muti voli
dell'anima ingoiati dalla vastità
del tuo sguardo.
Però il giorno in cui scoprirai
che il mondo non è soltanto
una follia d'orizzonti
ma anche un mare di quiete
allora
allora ritorneremo a parlare
di noi.



PV13_20_LaVeritaCheSfugge.txt

La verità che sfugge

Sulla corda sfibrata della vita
barcollando venivo da te.
Sabbie mobili sotto i miei piedi
e lontano azzurrati dal cielo
che sprizzava cristalli di sole
prati verdi porosi di gioia.
Cantilene di fate annoiate
mi assopivano per farmi cadere.
Ma scorgevo laggiù le tue mani
punti bianchi frammenti di luce.
In equilibrio da vera funambula
ritmato dall'ansia il respiro
io giungevo nell'eden di un attimo.
Una danza di mute farfalle
carillons dai suoni sfumati
tra un profumo leggero d'aprile
in una virgola d'aria sparivi.
Lamine di rugiada sopra i fiori
un grido soffocato nella gola.
restano le orme della verità.



PV14_21_QuandoVedereERicordare.txt

Quando vedere è ricordare

Coinvolta in un affiato
di cosmiche serenità
questa notte ho bisogno
di stelle.
Delle loro geometriche
danze.
Di quel modulato orgasmo
di sussulti.
Di quell'eterna astrazione
dal mondo.
Granulari sensazioni
di purezza.
lncontaminate vibrazioni
di pensiero.
Ma non sono i miei occhi
di tempo
a veder quei respiri
di luce.
E' un ricordo che l'anima
serba
dal1'iperuranico mondo
delle idee
quando rondine d'argento
contemplavo
quelle tremule estasi
della notte
avvolta in calde ali
innocenti.



PV15_22_LibertaDellaFantasia.txt

Libertà della fantasia

Solo la fantasia è libertà.
Mi libera da me stessa
dalla mia mente critica
dalla mia coscienza giudice.
Mi regala un corpo più
leggero dell'anima
affinché io possa scivolare
sopra un mare assopito
di quiete
e giungere là dove nasce
sole di vita.
Serena poi mi inoltro
per viaggi senza fine
su strade lastricate
di madreperla rara.
Cancello con pennellate
di luce
il nome dei ricchi
dai primi posti
nella graduatoria della vita
e intono il mio respiro
con quello appena percettibile
delle foglie.
Ma quando poi ritorno
nel mondo dei pensieri
io avverto sulla pelle
la forza inconsueta
di un'energia cosmica
che come per punirmi
mi chiude stretta stretta
dentro la realtà.



PV16_23_LaMiaTerra.txt

La mia terra

Una diafana molecola di mondo
sospesa nell'universo dei ricordi.
Venature bianche su lembi di giada
si snodarono le vie lungo un addio.
Respiravo l'azzurro della terra mia
fra bolle di cielo ed ombre di voli
danzando sopra una piattaforma rosa
che con garbo girava intorno alla vita.
Intrecciavo sfuggenti fili di sole
lampi di gioia sopra la mia terra
poi li ripiegavo a forma di monili
per indossarli abbinati ad illusioni.
Sgretolavo le zolle dei miei sogni
in più fluidi granelli di speranza
distesa nel confine tra buio e luce
nella mia terra allunata di quiete.
Mio padre col suo manipolo d'avena
sulla pelle i cristalli del mattino
aveva il volto uguale alla mia terra
croste spugnose di atavica saggezza.
Il divenire degli attimi di vita
sembrava non scorresse lungo il tempo.
Dietro gli usci i ferri di cavallo
sui tetti un alitare di preghiera.
Un singhiozzo ovattato nel silenzio
piume di nostalgia dentro il cuscino.
Quella diafana molecola di mondo
l'ho incastonata dentro le mie rughe.



PV17_24_Finzione.txt

Finzione

Ho da sempre finto di vivere
imitando i sorrisi idioti
delle maschere di cartapesta.
Ho gridato gli urrà demenziali
con donne illuse di aver vinto
guerre forse mai dichiarate.
Ho invidiato i ricchi convinti
di potersi comprar la speranza.
Ora son qui a brandire la spada
contro i giganti della coscienza.
Stolto donchisciotte mi sento
e confeziono bandiere di resa
cucite con lembi di notte.
Ed io che volevo inventarmi la vita
che credevo in chiari ideali
danzo il mio perenne carnevale
con la patetica allegria di chi sa
che la felicità è un'altra cosa.



PV18_25_PiccolaDonna.txt

Piccola donna

Ho visto una donna piccola.
L'aspetto d'implume pulcino
e un solo gioiello di femmina.
L'altro strappato da un male
che uccide che scava la carne
che annienta in un giorno
la voglia del tempo.
L'ho vista più piccola ancora.
Angelo colle ali spezzate
da chi aggiunse sale
alle lacrime
cancellando il guizzo di luce
che va dal sogno al ricordo
-annullando nell'attimo-
un progetto di vita.
L'ho vista più grande di noi
col volto pieno di sguardo
-dolce fino alla malinconia
per l'infinita vanità del tutto-
risciacquare il sudario
tra i flutti di un mare
che in eterno riflette
l'azzurro degli occhi di Dio!



PV19_27_DoveLaPaceEAssioma.txt

Dove la pace è assioma

Sopra il lago vestito di sera
ondulate carezze di luna.
poi la notte
il suo eterno ritorno.
I suoi giochi
sui muti tormenti.
Fingo quiete e abbandono
ma sento
sulla gota bruciarmi
lo schiaffo
che mi diede la vita
nascendo.
Atto primo
di un lento dolore.
Graduale catarsi
del corpo
che anela a più vasti
silenzi.
Dove i fiori hanno petali
di pensiero
e profumo di infinito.
Dove la pace è assiorna
e l'attimo assapora
la sua eternità.
E dove la luce
non è di sole
solleverà la sua ombra
perché si stringa all'anima.



PV20_28_ScultureDiMare.txt

Sculture di mare

Mi dissero che la speranza
era una perla.
Tuffata nei fondali
vi restai in apnea
e respirando sogni
inventavo
sculture di mare.
Tra le mani l'opalescente
sfera
io le cantai tra i flutti
la mia gioia.
"Danza flebile speranza!
Danza la mediavale nenia
di buffo menestrello.
Danza all'alitar di un Dio
che si nasconde.
Danza su scenari rosa
scolpiti da corallini profili.
Danza allento fluir
del divenire eterno delle cose.
Danza anche quando sarai
solo un punto che racchiude
l'infinito.
Anche quando sparirai
dal mio sguardo stanco
per indossare drappeggi
di silenzio!"
Non si chiuse il mare
sul mio stonato canto.
Non si liquefece la perla
al sale della vita.
E libera danzò
sul "Va pensiero."



PV21_29_AMiaFiglia.txt

A mia figlia

Nell'aria bionda di sole corri
a catturare fiocchi di letizia.
Il vento porta il tuo profumo
sui ranuncoli e sulle rose
e poi si fa bianco silenzio.
Nella notte ovattata di pace
fra innocenti respiri distinguo
il crepitio della luna serena
suggerirti i sogni di bambina.
Ti condurrò su prati incantati
e colmerai il tuo cestino rosa
con le nivee perle dell'alba.
Negli occhi scintille d'azzurro
fremiti d'infinito tra i capelli.
Rimarrà nelle ombre il colore
e là sotto il roseto danzerai
in un velato mare di corallo.
Amerò pregustare il tuo tepore
quando fra noi ci resterà
il tempo soltanto e lo spazio
di un respiro incompiuto.



PV22_30_Perche.txt

Perché

Perché Signore hai preso
mio padre proprio quando
lo sentivo più mio?
In quell'istante ho percepito
i passi incerti del tempo
trascinati dalla fuga dei secoli.
Mentre il rintocco pausato
del campanile sfumava
insieme all'ultimo respiro.

L'ho immaginato angelo
che non abitava più case
di pietra.

L'ho visto addormentarsi
come bimbo che sogna
l'aurora.

L'ho udito scorrere
come ruscello tra balze
d'infinito.

L'ho awertito impaziente
di giungere alla Sorgente
-dove ognuno diventa
eterno innocente -
felice di consegnarTi
un calice traboccante
di tutte le mie lacrime.



PV23_31_UnAnticaCulla.txt

Un'antica culla

Volevo tuffarmi nell'acqua
profumata di mattino
ma un diaframma trasparente
mi impediva di attingerne
un solo calice.
Visi col gusto del sorriso
tra le pieghe dell'onde
eccitati da esplosioni di sole.
E giù le ginocchia nella sabbia
più giù della disperazione.
Il mio bianco spiritual
si univa al guaire dei cani
nell'attesa vana del pescatore.
Il vento portava i lamenti
su paludi di morte illusioni.
Nell'acqua il profumo della sera
e nei desideri di donna
una bambola vestita di sogno
in un'antica culla di speranza.



PV24_32_MalinconiaDiUnaNotte.txt

Malinconia di una notte

Diventava oro bianco
sulla neve
quella gelida luna
che spingeva
tutto il buio della notte
in casa mia.
Rannicchiata sulla sedia
sgangherata
della mia povertà
ascoltavo i battiti del cuore
rimanere sospesi
nel vuoto dell'anima.
Languiva il ciocco
tra deboli scintille
mentre seguivo
il rintocco del tempo
rincorrere la sua eco
tra i meandri del silenzio.
Avrei voluto recidere
le corde di quei violini
inneggianti alla vita.
Non potevo danzare io
alloro suono che sfumando
mi moriva nella mente.
Tendevo allora le mani
verso metafisici spazi
onde sfiorare la felicità.
Ma il Dio degli infelici
è barricato dietro l'infinito.
Col capo chinato sulle mie
delusioni
osservavo la candela
accasciarsi lentamente
tra la pozzanghera
delle sue lacrime chiare.
Così svaniva
la mia giovinezza!



PV25_33_SpigheEFiordalisi.txt

Spighe e fiordalisi
(moriva di droga ed era l"otto marzo)

(moriva di droga ed era l"otto marzo)
Vestivi ragnatele di rugiada
e il sole t'imperlava da odalisca.
A passi felpati aggiravi la vita
salendo gradini di nuvola.
Tu li credevi spighe e fiordalisi
e invece raccoglievi le illusioni.
In te la libertà di un segreto
fuori di te la logica del mondo.
Ti rispose con piogge di silenzio
quel Dio a cui tendesti le mani.
Le ombre sinuose dei tuoi dubbi
fugaci nel pulviscolo a danzare.
Dalle labbra esangui mi giungeva
l'ultima parola di un lamento:
eri libera soltanto di morire.
Raccoglierò io i tuoi silenzi
per poesie con versi di vento.
Racconterò dei tuoi voli solari
sopra i vasti prati inventati
fra i tiepidi azzurri non veri.
Sarà quel segreto di donna
una luce di stella sospesa
nel buio di tanta apatia.



PV26_34_TornaLaSperanza.txt

Torna la speranza

Era il tempo annullato nell'attimo
ed il mondo si fermò nel pensiero.
Imprigionava l'alba una lunga notte
ed il mare attonito invano attese
i brividi della sua luce d'oro.
Sospesi nel cielo greve di bruma
dondolavano uccelli di cartone
e col muso infarinato di luna
moriva un cane tra afoni lamenti.
Lasciò incompiuto il segno di croce
la mano destra ricolma di vuoto.
Un Dio inerte distratto ed assente
scompigliava gli astri del cosmo.
Piansi allora una lacrima di stella
e nel cuore avvampò la speranza.
Così usciva dall'attimo il tempo
e rinascevo coll'alba alla vita.



PV27_35_EraPace.txt

Era pace

Cercavo quella pace speciale
che soltanto puoi avere
se il silenzio dell'anima
è più forte del chiasso del mondo.
Salivo allora sulla vetta più alta
per nascondere il capo nel cielo.
Ma non fu quella serenità azzurra
a sedare il brusio del tormento.
Fu l'incontro tra-me e la coscienza
liberata dal falso vapore
sintesi assurda di verità e pregiudizi
a condurmi in una sfera di pace
dove tutto era chiaro e sereno.
E come piuma di neve nell'aria
quando il suolo diventa cristallo
io vagavo in sentieri ovattati
minati con bombe di quiete.
Era pace quel morbido velo
che mi sfiorava la pene di notte.
Era pace quel liquido chiaro
che bevevo ogni giorno ogni sera.
Era pace quel dolce tepore
che avvertivo pensando al domani.



PV28_37_UnAtomoDImmenso.txt

Un atomo d'immenso

Non ci sono stelle
nel mio cielo stasera
ma scorribande
di folletti dorati
a deviarmi il pensiero.

Come potrò raggiungere
le profondità dell'universo
a cercare atarassia
fra nidi di nuvola
e bocche di perla?

Mi accontenterò
del bianco della luna
che sfuma chiaroscuri
di dolore
e inventa fantasmi
d'incertezze.

Sull'amaca bianca
della mia solitudine
mi celerò
in un atomo d'immenso
scoprendo nidi di nuvola
e bocche di perla
nell'universo che c'è
dentro di me.



PV29_38_AMioMarito.txt

A MIO MARITO

Perché
giostrare
sulla parola
quando
entra
in scena
la vita?



PV30_39_CioCheLaVitaNonRiavra.txt

Ciò che la vita non riavrà

Restituisco alla vita giorno dopo giorno
tutte le cose belle noleggiate
pagando con effetti di rimpianto.
Ho già ridato i miei capelli scuri
sostituiti con fili di dolore.
S'è già ripresa la mia pelle liscia
in cambio di un quadro di Van Gogh.
Ha rivaluto pure la mia forza
e non riesco più a restare appesa
alla liana verde della giovinezza
che mi evitava strade accidentate.
Le sto cedendo pure quel bambino
col naso appiccicato sul mio collo
che va vestendo abiti da uomo.
Ma ciò che mai la vita mia riavrà
son le immagini rubate nel silenzio.
E fu il giorno in cui vidi rose
trasformarsi in cherubini bianchi
con occhi trasparenti di rugiada
avvolti in damaschi delicati.
E fu il giorno in cui osservai il mare
dondolare onde appena accennate
perché il gabbiano potesse planare.
E fu il giorno in cui caddero
gocce di sole sui filari bruni
che nelle mani callose di mio padre
diventavano grani di rosario.
Sono acquerelli che non renderò
a questa vita così avara di perdono.
Né potrà sottrarmeli nel tempo
cancellandomi la gioia dallo sguardo
perché sono immagini potenti
che solo ad occhi chiusi puoi vedere.



PV31_40_AChicca.txt

A Chicca
(l'amica di sempre)

(l'amica di sempre)
Brucia certe pagine amare
nell'incendio cosmico
di una nuova speranza.
Riascolla l'eco di quelle
risate cretine e sincere
per piazza e in corriera
su strade bianche di vita.

Ricorda le bugie alle suore
le minigonne dopo il collegio
le sigarette soltanto tossite
le merende rubate ad Aldo*
e i segreti molto più seri
di "fero fers tuli latum ferre".

Ascolta in silenzio come in
assidua pensosità amorosa
questa folata di memorie!
Il tuo spirito assetato
di pienezze capirà che
non sono rughe le nostre.
Ma sorrisi più folti.
Sono giochi d'ombre.
L'intrecciarsi di destini.

L'esserci ritrovate per dirci
che l'amicizia - se tessuta
con le trame del tempo -
è un brandello d'eternità.

*Dott. Reginaldo Polsonetti



PV32_41_ConcertoDiRespiri.txt

Concerto di respiri

Ricordo quel respiro
paziente e tenero di perdono
di mio padre
quando sereno mi attendeva
al bivio delle mie incertezze.

Ricordo quel respiro
sicuro e ritmato di desiderio
di quell'uomo
che al sole sottrasse
lanuggine d'oro per avvolgere
un'idea che diventava vita.

Ricordo quel respiro
sottile e sibilante d'innocenza
del mio piccolo bimbo
che tracciava grafici d'amore
sulle pareti della nostra casa.

Ed io seduta nell'arena
della serenità
dalle immense gradinate
di cristallo
ascolto questo stupendo
concerto di respiri
le cui note si perpetuano
lungo le onde della mia mente
fino a diventare
una conquista dell'anima.



PV33_42_UnEsileVoce.txt

Un'esile voce

Quando a maggio il vento
serenava
tra i rami delle acacie
madreperla
lenti s'ondulavano grovigli
di luce.
Ed era una pazzia di brividi
nell'aria.

Or mi giungeva il grido
del pavone
danzante tra i suoi cerchi
di cristallo.
Ricordo lo seguivo fino
a valle
per poi gustarne 1'eco
modulata.

Sul tremolio dell'ombra
del celfoglio
beccava il mio pulcino
e sobbalzava
al guizzo di un ramarro
ombroso.
Un alito di cielo m'avvolgeva.

Poi le follie ovattate
delle nevi.
Le policrome paci
degli arcobaleni.
I diademi dei coralli
del tramonto.
Notti di vetro appena respirate.

Un'esile voce intrisa
di silenzio
metafisici desideri
mi destava.
Nella semantica del creato
l'infinito. E dentro la mia mente
era preghiera.