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La critica

Presentazioni alla raccolta Scùseme Giacomì

Prefazione di Fiorella Conti

Quando la poesia, quella vera, dell’anima, torna ad abitare tra noi, avvertiamo che il Duemila è un tempo in cui desideriamo vivere: perché c’è chi sa tradurre ogni moto dell’animo, ogni palpito delle cose, ogni rinvio al passato; senza leziosità, senza tradire alcun moto della sensibilità e della mente...

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Presentazione di Maria Rita Beccaceci Agostinelli

Prendo spunto da questi versi tentando modestamente di capire la poetica di Gabriella. 
Essa stessa è quel “Passero Solitario” che fin da bambina osserva il limitato mondo che la circonda, descrivendone, non il dolore ma le gioie o le piccole gioie...

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Introduzione di Padre Bruno Giannini

Gabriella ci offre il suo personale applauso alla vita, persuasa che la storia umana, malgrado i suoi inverni, non abdica mai al modulo entro cui è stata inventata: “La vita – scrive Tagore – viene dalla gioia ed è destinata alla gioia”.
Significativo il fatto che le sue quaranta poesie, in vernacolo recanatese, prendano il via da un “evviva”, sintesi canora d’una concezione dell’esistenza, bella come un canto: “Evviva a primavera”
Le antifone gaudiose anticipano salmi di analoga natura: l’intero piccolo canzoniere che presentiamo ha la luce delle prime parole, e sembra tessuto da capo a fondo con un ordito di raggi solari come il “Cantico delle creature”...

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Scùseme Giacomì
in vernacolo recanatese

Presentazioni alla raccolta Mujche de vita

Prefazione del Prof. Sandro Baldoncini

Poco più d'un decennio ci separa da quel 1991 allorché Gabriella Paoletti, con la silloge Scùseme Giacomì, aggiungeva, da Recanati, la propria voce poetica a quella di Emilio Gardini che, poprio in quegli anni, in riva all'Adriatico, aveva segnato con le successive raccolte Rdateme el portu mia (1981) e Pe' nu 'mmalamme de nustalgia (1988), un nuovo, originale itinerario poetico, liricissimo e suadente. Una suggestione, quella scaturita dai versi di Gardini, come allora raramente s'avvertiva dal lettore di poesia dialettale, alle prese, per lo più, con i gravami di una tradizione locale e regionale impelagata, senza scampo, entro esperienze stantìe o provvisorie e comunque svilite dall'uggiosa farcitura di prevedibili motteggi...

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Introduzione dell'Onorevole Franco Foschi

Passando gli anni sono diventato più prudnlte nell'uso delle citazioni leopardiane. Ma per queste nuove "mujche de vita" di Gabriella Paletti mi è venuta voglia di rivedere i pensieri raccolti nello "Zibaldone ". Ad esempio quello sulla grazia del dialetto popolare, che parla anche della "propietà, efficacia, ricchezza, varietà, disinvoltura, eleganza ancora e morbidezza e facilità e soavità e mollezza e fiuidirà ec .. ". Se unite queste qualità dei dialetti con la pagina in cui Giacomo elogia il dialetto recanatese, si capisce come a me sembri importante questa naturale vena di "Poesia" che ha accompagnato Gabriella fin dalla sua infanzia...

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Mujche de vita
in vernacolo recanatese

Presentazioni alla raccolta La vertigine azzurra dell'infinito


La vertigine azzurra
dell'infinito
in lingua italiana
Introduzione di Luciana Interlenghi

Limitarsi alla lettura dei "diari" di Gabriella Paoletti, in vernacolo recanatese, pur entrando in quel suo mondo "contadino", denso di vita ­ ricco patrimonio ed etichetta di qualità - è riduttivo e non si può così affermare di conoscere di lei gli aspetti più interessanti. 
I versi che sino ad oggi Gabriella ci ha regalato, sebbene ci aprano un varco nei suoi affetti, non sono sufficienti a fornirci tutti i codici d'accesso della sua anima. Perchè è proprio dell'anima che ci racconta l'autrice della raccolta di poesie in lingua italiana "La vertigine azzurra de1l’1nfinito", fin'ora tenuta nascosta a noi, ma soprattutto a se stessa.
Entrare nella lettura di questa "nuova" poetessa e metterla a confronto con colei cui eravamo abituati, è come accorgersi d'improvviso che la figlia-bambina è diventata donna: ed è una donna in continua trasformazione quella che si consegna a noi, con estrema sincerità e trasparenza di cuore; una donna conscia di dover assumere un ruolo grande, forse troppo, e di supportare il peso delle grevi responsabilità del vivere...


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